Febbraio e le tradizioni carnevalesche

 

Sappiamo che il Carnevale è una di quelle festività divertenti soprattutto per i bambini, ma quando si tratta di tradizioni locali da onorare, anche gli adulti non si tirano indietro e sono pronti a mascherarsi e a festeggiare. Secondo la tradizione il Carnevale è il periodo che precede la quaresima e si conclude il giorno di martedì grasso, che precede il mercoledì delle ceneri, primo giorno di quaresima. Storicamente viene considerato come un periodo di festa e di rinnovamento e, secondo il calendario dell’antica Roma, il periodo che oggi noi gli dedichiamo poteva coincidere con la fine o con l’inizio dell’anno.

Le origini risalgono all’Antica Roma con riti pagani in onore del dio Saturno. Il significato etimologico della parola deriva dall’espressione latina “Canem Levare”, che significa astenersi dalla carne, proprio come avviene nel periodo che precede la Pasqua. In particolare a Roma, come anche nelle altre province dell’Impero Romano, durante i festeggiamenti dei Saturnali era previsto l’utilizzo di maschere. Queste feste popolari prevedevano ricchi banchetti a cui prendevano parte sia nobili che poveri che, grazie all’uso delle maschere, impedivano di essere riconosciuti, permettendo così di lasciarsi andare a qualsiasi genere di sfrenatezza.

La storia del Carnevale dice che le maschere italiane rappresentino vizi e virtù del popolo, ma anche della classe borghese e nobile e che ogni città ha le proprie tradizioni a partire da sfilate, carri, feste in maschera e spettacoli musicali. Famoso in tutto il mondo è il Carnevale veneziano, uno dei più antichi e affascinanti d'Europa. Non si conosce con esattezza l’inizio di questa tradizione, ma si pensa che tutto sia iniziato nel corso del XVIII secolo dove il travestimento e i giochi in incognito con l’ausilio di maschere erano parte integrante della vita quotidiana veneziana.

Ma veniamo alla parte divertente di questa festività. Quale vestito indossare o chi impersonificare? C’è chi sceglie di seguire le tradizioni e quindi di travestirsi con i costumi tipici della propria città o chi decide di vestire i panni di icone del momento o talvolta anche di soggetti astratti. C’è quindi l’imbarazzo della scelta. Per chi è tradizionalista può trovare simpatico conoscere il significato dei più antichi travestimenti di alcune regioni Italiane.

Cominciamo dalla maschera più conosciuta al mondo…

Arlecchino è la celebre maschera lombarda, la cui madre, poverissima, gli cucì il tradizionale costume con scampoli di vari colori. Le sue doti caratteristiche sono l’agilità, la vivacità e la battuta pronta.

Pulcinella è la maschera più antica della tradizione italiana napoletana, e la sua nascita coincide con le origini del Carnevale. Le sue caratteristiche principali sono la sobrietà dei movimenti e l’arguzia delle battute secche e mordenti.

Colombina, altrettanto antica maschera veneziana, che come testimoniano le commedie di Plauto, è l’ancella furba e maliziosa pronta ad aiutare la sua padrona.

Gianduja è la maschera piemontese che indentifica il galantuomo di spirito buono, a cui piace il vino, l’allegria e di cui è proverbiale la distrazione.

Meneghino, di origine Milanese, rappresenta il servitore rozzo ma di animo buono, pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà, come pure a deridere i difetti dei nobili.

Ogni regione italiana dunque ha tanto da raccontare e da festeggiare. Sull’Isola di Capri si è soliti festeggiare e sfilare travestiti da Pulcinella lungo le strade del centro storico con tanti spettacoli. Purtroppo pianificare un evento simile in questo periodo particolare di pandemia non sarà possibile, ma ci auguriamo tutti di poter tornare a rivivere presto queste feste così amate.